Questo sito utilizza i cookies per le proprie funzionalità. Chiudendo questo banner acconsenti all’uso dei cookies.Ho Capito! Autorizza e Continua! Se vuoi saperne di più clicca qui.

Magnifica Comunità
di Fiemme

Il Palazzo, Museo Pinacoteca

Magnifica Comunità
di Fiemme

Il Palazzo, Museo Pinacoteca

Storia

Le regole della Comunità di Fiemme

Il primo elenco delle regole facenti parte della Comunità di Fiemme l'abbiamo nel già citato documento di confinazione del 1234. Nell'atto, redatto ad Egna, viene descritta una minuziosa ricognizione sul territorio, con l'elenco dei cippi di confine che delimitavano la proprietà comunitaria da quelle di Montagna, Egna, Ora e Aldino. Le regole elencate sono: Castello, Carano, Daiano, Cavalese-Varena, Tesero, Costa di Predazzo, Moena.

In ogni regola, su convocazione dei regolani, si tenevano le assemblee, a cui dovevano partecipare i vicini capifuoco (maggiori di 25 anni), per trattare questioni di una certa rilevanza. Le delibere erano valide se approvate almeno dai due terzi dei presenti. In particolare l'assemblea ascoltava e approvava il rendiconto finanziario annuale.

I regolani duravano in carica un anno e il loro numero forse era stato stabilito in origine in base alla popolazione; ma interessanti sono le diverse date della loro nomina: numero e date che ci fanno pensare a consuetudini veramente antiche. Nominavano quattro regolani ciascuno le regole di Cavalese-Varena, Tesero, Moena; ne eleggevano tre Trodena, Carano, Predazzo; due invece per Castello e per Daiano. La nomina avveniva per Castello e per Tesero il giorno di S. Michele, il 29 settembre; per tutte le altre regole il 22 febbraio, che nei calendari del Medio Evo era il primo giorno di primavera (fatto ricordato anche nell'antico statuto detto le Consuetudini, Libro del Civile, art. 14). Compito dei regolani era la gestione del territorio regoliero, l'amministrazione dei beni comuni, la custodia dell'archivio, la conservazione del bosco della regola, il controllo delle acque e del territorio (strade e ponti), il mantenimento dell'ordine. Per questo essi nominavano i saltari della regola; spettava a loro anche la nomina dei giurati e quella dei regolani di comune (poi approvati dall'assemblea), che rappresentavano la regola nella Comunità e che collaboravano con lo scario per la gestione del patrimonio collettivo. Parte del bosco della regola era ingazato, cioè riservato per usi stabiliti di volta in volta dall'assemblea e dai regolani.