Magnifica Comunità
di Fiemme
Il Palazzo, Museo Pinacoteca
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di Fiemme
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Nonostante il tentativo di consolidamento del potere attuato da Enrico di Metz all’inizio del XIV secolo, il ruolo politico del principe vescovo di Trento era ormai debole. Contemporaneamente anche la situazione tirolese era in declino: il potere territoriale, strettamente legato alla personalità di Mainardo II e alle ricchezze da lui accumulate, venne compromesso dalla politica dei figli.
Nel 1314 Enrico, rimasto unico erede e conte del Tirolo, seguendo le disposizioni del padre, restituì alla Chiesa tutti i territori sottratti. A succedergli fu la figlia Margareta; l’unione con quest’ultima esercitò grande attrazione sulle più potenti famiglie dell’Impero. Ad avere la meglio fu Giovanni di Boemia che la sposò nel 1330. Ripudiato il marito, nel 1342 la contessa si unì in seconde nozze con Ludovico di Brandeburgo. Il matrimonio, disconosciuto dal papa, fece guadagnare a Margareta il soprannome di “Maultasch”: termine popolare offensivo con il significato di sgualdrina. Il nuovo conte del Tirolo, Ludovico, perseguì una politica espansionistica ed occupò i territori del Principato vescovile da poco riconsegnati. Il suo predominio in Valle di Fiemme è documentato da due successive concessioni, strategicamente studiate, che gli servirono per ottenere la fedeltà dell’antica Comunità.
Nel 1347 il conte riconobbe i privilegi e le antiche consuetudini, si assunse la responsabilità della protezione e difesa di Fiemme e garantì ai vicini il diritto al libero transito, di merci e bestiame, nei territori da lui governati. La concessione politica prevedeva dalla controparte l’obbligo di obbedienza e di pagamento delle tasse. Nel 1353 Ludovico concesse alla Comunità un nuovo atto in cui indicava i diritti, le libertà, i privilegi e le consuetudini degli abitanti. Verosimilmente gli uomini di Fiemme avevano avuto motivo di lamentarsi dei funzionari tirolesi non rispettosi di quanto, in precedenza, accordato loro dal conte. Ludovico di Brandeburgo controllò la valle almeno fino al 1358 quando, su proposta dalla Comunità, approvò delle modifiche allo statuto comunitario. Il 1359 fu l’anno della svolta per la politica del conte; i rapporti con la curia papale (all’epoca spostata ad Avignone) si appianarono grazie all’intercessione di Alberto II d’Asburgo. Il matrimonio con Margareta venne riconosciuto così come il loro figlio, ed erede, Mainardo III. Tutti i territori sottratti al Principato vennero restituiti e la Valle di Fiemme tornò sotto la giurisdizione vescovile. Ludovico di Brandeburgo morì nel 1361 seguito, nel 1363, dal giovane Mainardo III che da poco si era unito in matrimonio a Margherita figlia di Alberto II d’Asburgo.
Margareta da Tirolo, rimasta sola e divenuta contessa regnante, decise di trasferire i suoi territori ai parenti più prossimi: gli Asburgo d’Austria. Fu così che ebbe inizio un’unione territoriale, tra Tirolo e Impero, che durò fino al 1918. Nei secoli a venire gli imperatori, che erano anche conti del Tirolo, confermarono alla Comunità le concessioni accordate per la prima volta da Ludovico di Brandeburgo. L’assunzione dell’obbligo alla protezione e difesa unito all’essere avvocati della Chiesa di Trento fece sì che gli uomini di Fiemme, a seconda delle circostanze, ricorressero spesso all’ausilio dei conti-imperatori in contrasto con il principe vescovo.